Festa dei Santi Patroni

La festa dei santi patroni della Diocesi di Brescia

Faustino e Giovita, due fratelli originari della Terra bresciana, sono i patroni principali della Diocesi di Brescia e della città di Brescia e si festeggiano il 15 febbraio, giorno nel quale si svolgono numerose manifestazioni religiose e tradizionali, tra cui una famosa e storica fiera popolare.

A partire dal 2011, la promozione dei festeggiamenti in onore ai due martiri è affidata alla rinata “Confraternita dei santi Faustino e Giovita“. Oggi la confraternita è una Associazione culturale che si propone di favorire la conoscenza dei due martiri e  la crescita dello spirito comunitario dei Bresciani sia del capoluogo sia  dell’intera Diocesi, in particolare dei numerosi paesi, sul cui territorio sono presenti chiese dedicate ai santi Faustino e Giovita.

Per conoscere le iniziative promosse per  le annuali manifestazioni per la Festa dei Santi Patroni bresciani, è possibile accedere ad uno dei seguenti canali social:

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I Santi Faustino e Giovita

Le notizie sui due santi sono scolorite dalla distanza temporale – vivono nel II secolo dopo Cristo – e dalle vicende storiche legate alle successive invasioni nel Nord Italia (e a Brescia) di popolazioni germaniche che insediandosi, creano una linea di frattura anche culturale e spirituale.

Ci viene tramandato che erano figli di una nobile famiglia pagana di Brescia. Probabilmente avviati alla carriera militare, entrano in contatto con la Fede cristiana e ne vengono affascinati, divenendo poi Faustino presbitero e Giovita diacono.

Quando Brescia è ancora una città completamente pagana, i due fratelli iniziano fra i suoi abitanti un’opera di annuncio del Vangelo che attira su di loro la reazione dell’autorità romana, che di fronte al rifiuto dei due fratelli di abbandonare la propria Fede cristiana e di rendere culto agli dei pagani, li sottopone al martirio, all’epoca dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.) probabilmente per decapitazione, poco fuori delle mura romane della città, presso la porta Matolfa. Vengono sepolti poco distante, nel cimitero di San Latino. In quel luogo il vescovo di Brescia Faustino, nel IV secolo, fece edificare in onore dei due martiri la basilica di S. Faustino “Ad Sanguinem” (nel luogo dove oggi si erge il santuario di Sant’Angela Merici). 

Il loro culto, a partire dal IX secolo, viene profondamente legato alla storia del Monastero Benedettino che prenderà il nome di “San Faustino Maggiore”, perché per volontà del Vescovo Ramperto, le reliquie dei due martiri vengono traslate dalla loro primigenia sepoltura alla chiesa del neonato monastero. Per il forte legame esistente fra l’Abbazia benedettina di Brescia e l’Abbazia di Monte Cassino (che dopo essere stata distrutta dai Longobardi nel 577, viene rifondata e ripopolata a partire dal 717, proprio da un bresciano, il nobile Petronace, su incarico di papa Gregorio II), il culto dei due martiri si diffonde lungo la penisola ed anche all’estero, per opera dei monaci cassinesi.

Anche i Longobardi, una volta convertitisi dall’arianesimo, contribuirono non poco a diffondere la devozione per i due santi in tutta l’Italia, in particolare a Viterbo.

Nell’VIII secolo, essendosi ormai notevolmente diffusa in Europa l’esperienza del monachesimo, si avverte la necessità di raccogliere per iscritto delle agiografie, che narrino le vicende esemplari dei santi, per farne delle Legende, cioè dei racconti sacri edificanti, destinati ad essere letti (Legenda = da leggere) durante la preghiera degli uffici sacri del mattutino o durante i silenziosi pasti dei monasteri.

Anche ai due protomartiri bresciani ne viene dedicata una, nota oggi come “Legenda Maior”, da alcuni attribuita ad un sacerdote milanese, Giovanni presbitero. L’autore si incarica di ricostruire la vicenda dei due martiri e poiché la memoria delle circostanze del martirio doveva essere già all’epoca molto essenziale e scarna, si incarica di attingere ad episodi della vita di altri santi e all’immaginario religioso del tempo, per magnificare la grandezza dei due testimoni di Cristo.

Un altro momento forte per la diffusione del culto ai due martiri si ha dopo il 1438 quando la città di Brescia, venne lungamente posta d’assedio da truppe mercenarie milanesi che volevano strappare la città dal suo legame con la Repubblica Serenissima e portarla sotto il controllo di Milano. Quando ormai gli assedianti stavano per prevalere, tuttavia, levarono l’assedio, il 13 dicembre 1438, dopo la prodigiosa apparizione dei due santi sulle mura della città, ricevendo da allora anche il titolo di defensor cives.

Le tradizionali raffigurazioni dei due santi presentano i due giovani o in veste militare romana, spesso con la spada in un pugno e la palma del martirio nell’altra, oppure in vesti religiose, Faustino da presbitero, Giovita da diacono.

Le sante reliquie dei due martiri, sono ancor oggi conservate nella basilica seicentesca dedicata ai due martiri, all’interno di una arca marmorea di notevoli dimensioni e di notevole pregio artistico, posta al centro dell’ampio presbiterio.

Ss. Faustino, Giovita e Apollonio; da Lo Stendardo del Ss. Sacramento – G. Romanino, 1535 circa

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